Uber: sentenze e scioperi dei taxi? Solo una grossa strategia di marketing!

Una notizia che ha fatto felici tutti gli appassionati dell’ambito tech e soprattutto di Uber.

Il tribunale di Roma infatti ha deciso di revocare l’ordinanza con cui era stato predisposto il blocco dei servizi offerti da Uber su tutto il territorio Italiano.

Uber potrà quindi restare disponibile in Italia.  Solamente però con la funzione Uber Black l’unica che, come fascia di prezzo, rimane sui livelli di quelli dei taxi in Italia.
Tutti gli altri tipi di servizi come Uber Pop, Uber Pool e Uber X, continueranno a non essere disponibili come già precedentemente deciso dal tribunale di Torino nel marzo del 2017.

Una piccola vittoria quindi per Uber che sicuramente non si fermerà qui.

Il futuro non si può fermare” come affermano quelli di Uber dopo questa notizia. E noi gli diamo ragione.

Ad ogni modo, quello che molti non sanno, è che il fatto che si creino delle proteste e dei rumors su Uber è proprio una delle maggiori strategie di marketing utilizzate dall’azienda di San Francisco.


Uber ed il marketing diabolico

Questa strategia del cosiddetto “marketing diabolico” si basa sulla creazione di awareness da un lato e sulla distruzione della concorrenza dall’altro. La definizione di marketing diabolico è stata ideata da
Marco Montemagno durante uno dei suoi video.

Funziona così:  quando Uber decide di espandersi in un paese invia un proprio Country Manager che inizialmente si focalizza sul reclutamento degli autisti.
Dopo un certo arco di tempo, quando i tassisti tradizionali si accorgono della cosa, insorgono stile Rivoluzione Francese attraverso scioperi e proteste.

I media del paese in questione iniziano quindi a parlare della cosa
 ed è proprio in quel momento che le persone iniziano a conoscere Uber.
Il momento il cui le persone conoscono Uber, guarda caso, coincide con quello in cui non ci sono taxi disponibili.Ed così che sboccia l’amore.

Gli utenti scaricano l’app, provano Uber e tanti cari saluti ai taxi.
Dei geni.

Ed in effetti se ci fai caso sono moltissime le persone che, sia dopo tutto questo ambaradan nei tribunali o anche in seguito al servizio delle Iene, sono venute a conoscenza di Uber ed hanno iniziato a farsi due conti.

Se ti sei perso il servizio delle Iene su Uber clicca qui 😉

Il risultato? Tutti si rendono conto che anche a parità di costo (nel caso italiano) il paragone non regge 😉

Anche io personalmente sono stato testimone diretto di questa strategia del marketing diabolico.

Recentemente anche i tassisti di Varsavia hanno scioperato proprio contro Uber.
Che cosa si saranno quindi inventati quelli di Uber Polonia questa volta?

Questo!

Ora, se come penso non sei madrelingua polacco ti spiego cosa significa questa immagine.

Uber, il giorno dello sciopero dei taxi qui a Varsavia ha fatto in modo di diffondere una promozione tramite Groupon che consisteva nell’offrire ai nuovi utenti 3 corse dal valore di 25zl ognuna per un totale di 75zl. Questo al prezzo scontato di 9.99zl.

Ora devi sapere che 25zl corrispondono a circa €6 e che il costo media di una corsa su Uber a Varsavia per andare da una zona periferica in centro è di circa 10/15zl, ossia €3.

Una super offerta, ma non contenti quelli di Uber il giorno dello sciopero hanno deciso di applicare uno sconto ulteriore abbassando il prezzo a 9.99zl, ossia meno di €2.50.

Il risultato? Come puoi vedere dall’immagine più di 1000 persone hanno usufruito di questa offerta e chissà a quanto ammonta il totale!

Cosa vuol dire questo? Che i tassisti a Varsavia hanno scioperato contro Uber e lo stesso giorno Uber sfruttando questo episodio ha ottenuto più di 1000 nuovi utenti.

Che dire… dei geni che ancora una volta hanno implementato un’ottima strategia di growth hacking!

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